Natale vuol dire famiglia, ricordi, tradizioni. Credo che la storia di ognuno di noi sia fatta di tanti piccoli tasselli, alcuni di questi sicuramente legati alle ricorrenze, a bei ricordi vissuti in questi momenti e a dei piatti, in questo caso dolci, che puntualmente vengono prodotti da mani sapienti, quasi come fosse un rito che si ripete ogni anno, da molto tempo e che si tramanda da mani sagge a mani giovani...
Questo dolce rappresenta tutto ciò. Si tratta di un dolce tipico molisano, nello specifico di uno dei 4 paesi della regione che conserva ancora vive, le tradizioni albanesi portate dagli abitanti di Croia (o Kruje in albanese) che sul finire del '400, furono costretti a rifugiarsi nelle nostre terre per sfuggire all'avanzata turca. La traccia più evidente di queste radici antiche sta nella lingua albanese che si parla ancora oggi, con alcune influenze italiane, ma pressoché rimasta intatta dal lontano Quattrocento.
Ecco quindi spiegato il nome strano e pieno di consonanti!
Se volete leggere la ricetta in albanese la trovate quiPapratet, calcioni al mostocotto
Ingredienti per circa 90 biscotti
per il ripieno
3/4 di litro di vino bianco
500 gr. di zucchero bianco
una caffettiera da 6 di caffè
1 litro di mosto cotto homemade
130 gr. di miele millefiori
1 bicchierino di sambuco
500 gr. di semolino
2 cucchiai di cacao amaro
100 gr. di mandorle tritate grossolanamente
100 gr. di noci tritate grossolanamente
scorza di un'arancia
2 cucchiai di cannella
per la sfoglia
1 kg. di farina 0, bio macinata a pietra
270 gr. di vino bianco
250 gr. di olio e.v.o.
circa 100 gr. di zucchero bianco da cospargere sul biscotto finito.
Preparate il ripieno:
In una pentola capiente versate il vino, lo zucchero, il caffé e cuocete per 15 minuti, mescolando costantemente.
Aggiungete il mosto cotto, il miele, il sambuco portate a ebollizione.
Aggiungete poco alla volta il semolino e continuate a mescolare, meglio con una frusta in modo che non si formino grumi. Togliete dal fuoco quando il composto avrà raggiunto la consistenza della polenta.
Aggiungete le mandorle e le noci, la scorza di arancia, la cannella e amalgamate bene.
Stendete l'impasto su un piano freddo, meglio se di marmo, e unto con un pò di olio, lasciate che si raffreddi.
Preparate la sfoglia:
In un recipiente capiente mettete la farina, al centro create una fontana e versatevi il vino e l'olio.
Mescolate ed iniziate ad impastare.
Quando l'impasto si staccherà dal recipiente, prendetelo e lavoratelo su un piano infarinato per circa 10 minuti.
Avvolgete l'impasto in una pellicola e lasciate riposare in frigo per mezz'ora.
Riprendete l'impasto e suddividetelo in tre parti che stenderete separatamente.
Stendete la pasta: dovrà essere una sfoglia sottilissima e trasparente, aiutatevi con un mattarello non troppo spesso e molto lungo (mia mamma ha usato il bastone di una scopa... che ovviamente usa solo per stendere la pasta).
Tagliate la sfoglia ottenuta a metà (saranno due semicerchi).
Nella prima metà posizionate dei piccoli cilindretti di circa 4 cm. distanti un paio di cm. l'uno dall'altro, che avrete ritagliato dal composto realizzato per il ripieno, che si sarà raffreddato e compattato.
Avvolgete i cilindretti con la sfoglia, sigillate bene tutto il contorno e ritagliate con la rotella.
Cospargete il biscotto ottenuto nello zucchero e posizionatelo su una teglia che avrete ricoperto con carta da forno.
Infornate a 180° per circa 15 minuti. In superficie il biscotto rimarrà bianco, controllate la base che dovrà invece dorarsi.
Il quaderno di ricette, non proprio ordinato, di mia mamma ...
... da mani sapienti a mani giovani....
Il quaderno di tua made mi piace un sacco! Sa di tradizioni e ricordi.. ^_^ Questi dolcetti invece mi intrigano molto, ed ho apprezzato la descrizione che ne hai fatto! Un ottimo post mia cara! Un abbraccio
RispondiEliminaBellissimo post, mi piace il viaggio nelle tradizioni familiari, le foto sono stupende e i papratet, che non conoscevo, una vera delizia.
RispondiEliminaBravissima! ^_^
Un bacione
Molto interessante l'influenza albanese in questa ricetta, e a giudicare dagli ingredienti questi dolcetti devono essere molto particolari e gustosi! Non li conoscevo proprio, troppo brava!!!
RispondiEliminaquesta davvero mai sentita!
RispondiEliminami piace conoscere le tradizioni di altri paesi, grazie! e sicuramente saranno molto gustosi :P
Grazie ragazzi, mi fa molto piacere condividere queste "chicche" con voi!
RispondiEliminauna storia bellissims, che mi porta lontano...grazie, la cucina è davvero una possibilità straordinaria per conservare cose preziose che il tempo potrebbe cancellare.
RispondiEliminap.s. come si fa ad avere il mosto cotto?
grande!!!! foto bellissime!
RispondiElimina..mmmmhhh..mamma mia, chissà che buoni questi biscotti! Sembrano delicatissimi... *_* che dlizia..e tu sei bravissima!
RispondiEliminaInteressante l'origine di questo dolce, non pensavo che qui in Italia potessimo avere dei dolci con origini albanesi.
Davvero compimenti!
Un bacio
Ma davvero? non lo sapevo!!!!! Che buoni devono essere!!!!
RispondiEliminaMa il mosto cotto???? e come faccio a farlo? o lo trovo già fatto? baciii
@Valentina ed Ely: il mosto cotto (o saba per alcune regioni) si ottiene cuocendo il mosto (cioè il succo d'uva appena pigiato) per molte ore, fino alla riduzione ad 1/3 della sua quantità iniziale. Visto il procedimento piuttosto elaborato conviene comprarlo. Dovrebbe trovarsi nei supermercati più riforniti (mi viene in mente l'Esselunga) o nei negozi di prodotti tipici. Il mosto cotto (o saba o vin cotto) è tipico anche dell'Abruzzo, dell'Emilia Romagna e della Sardegna.
RispondiElimina@Luana: Grazie mille, un bacio a te!
RispondiEliminaHanno un nome che già solo a pronunciarsi mette allegria. Il sapore, deve essere buono buono, scommetto.
RispondiElimina@Reb: hihihi, da non confondersi con "paparazzi! ;)
RispondiEliminaGrazie per partecipare con questa bella ricetta!
RispondiEliminaIn bocca al lupo e buone feste!
Fico&Uva
Questi li facciamo ogni Natale a casa mia( infatti vivo proprio in uno di quei paesini che hai citato).Sono buonissimi,complimenti per aver fatto conoscere questo dolce cosi particolare.
RispondiEliminaDaniela
E' particolarissima questa ricetta e somiglia molto ai dolci natalizi che facciamo qui! Devo provarla, poi con il sambuco, m'immagino che goduria! :-D
RispondiEliminaLa lingua albanese di cui parli, non è l'arberesh? Sai che anche qui ci sono comunità che lo parlano? più verso la zona di Locri mi pare, però...è bellissimo, sono culture affascinanti e bisogna farle conoscere! :-D
Ti mando un bacione
Ago
e dimenticavo la cosa più importante: Bravissima anche a te!!!! Sono stata molto felice quando ti ho vista tra i vincitori!!! :-D
Elimina@Ago: brava si, è l'arbresh! sapevo che ci sono alcuni paesi calabresi in cui si parla l'albanese perché mio papà è della prov. di CS... concordo sono culture che bisogna valorizzare! :)
RispondiEliminache belle foto, mamma mia... e voglio un tavolo così!!!!
RispondiEliminaassomigliano tanto a dolcetti molisani chiamati pezzatelle. grazie
RispondiEliminaGrazie per questa buonissima ricetta. Io sono d'origine Abruzzese e anche nel mio paesi si facevano quando ero piccola. Mia sorella li ha ricordati e io li faccio tutt'ora anche se un pò diversi dalla ricetta originale (non sapevo fossere d'origine albanese). Grazie di nuovo.
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